Negli ultimi decenni del secolo scorso e nei primi anni di quello attuale, numerosi modelli, consolidati sia in ambito scientifico sia in ambito operativo, sono stati oggetto di una rivalutazione metodologica di portata diffusa e generalizzata. Principi ritenuti universali, da tempo consolidati anche nel sistema di valori dell’uomo comune, sono stati messi in discussione. Si è giunti progressivamente a dubitare del fondamento di affermazioni in sé apodittiche, e di altre presunte analoghe certezze quali 1: – la realtà è assoluta e oggettiva; – ogni effetto deve avere una causa nota a cui essere ricondotto sulla base di precise leggi; – la soluzione di un problema non può che derivare dalla soluzione dei sottoproblemi che lo compongono; – la conoscenza si qualifica come un processo cumulativo determinato dalla progressiva acquisizione di sempre ulteriori elementi conoscitivi. 1 Consapevoli del fatto che le posizioni riportate sono già da secoli avversate, dibattute e criticate nell’ambito delle scienze sociali, umanistiche e naturali, si intende solo evidenziare che, al di fuori dell’ambito privilegiato degli Studiosi, l’uomo comune (e per uomo comune si intende anche lo scolarizzato a livello di laurea) nell’agire quotidiano, nella grande maggioranza dei casi, è portato ad assumere, per quello che potremmo definire un sentire metabolizzato, la visione della realtà come oggettiva, il principio di causazione, il concetto di conoscenza attraverso l’esperienza, ecc. 2 Management. Il venir meno di tali punti fermi, legato anche a un progressivo cambiamento di prospettiva che si è realizzato in vari ambiti disciplinari – nelle quali è venuta a manifestarsi una crescente consapevolezza della complessità dei fenomeni biologici, fisici e sociali –, ha generato una crescente insoddisfazione rispetto alla valenza esplicativa delle teorie costruite su di un impianto concettuale essenzialmente deterministico 2. Ne è derivata un’inevitabile propensione a immaginare nuovi paradigmi di riferimento in cui il focus d’indagine è incentrato non solo sulle componenti del fenomeno osservato, ma anche sulle relazioni intercorrenti tra esse, così come, nel caso di una organizzazione imprenditoriale, non solo sul complesso di risorse impegnate, ma anche sui comportamenti dei diversi attori e sul contesto nel quale si dispiega la loro azione. In sostanza, il focus si amplia sull’entità osservata nel suo complesso, nella sua unitarietà e, quindi, sulle relazioni e interazioni che dinamicamente e in modo emergente di sviluppano tra gli elementi che la compongono e tra questi ed altre entità esterne, piuttosto che sui legami di causa-effetto che spiegherebbero in modo deterministico quelle relazioni. Hanno così preso forma e consistenza i concetti di sistema e di visione sistemica nell’ambito delle analisi e delle ricerche finalizzate allo studio di organismi e organizzazioni. La diffusione del concetto di sistema nonché, al contempo, la sua trasversalità, hanno contribuito alla realizzazione di considerevoli progressi nell’osservazione e nell’analisi dei fenomeni, fornendo elementi d’indagine utili per lo studio di problematiche scientifiche vecchie e nuove. Studi sistemici nelle scienze naturali, nelle neuro-scienze, nelle scienze sociali, sono la chiara manifestazione della portata dirompente del pensiero sistemico. Si è di fatto giunti, in modo più o meno consapevole, alla formazione di una nuova modalità di rappresentazione non solo della realtà fenomenica, ma anche e soprattutto della metodologia di indagine da utilizzare per la conoscenza di tale realtà e, quindi, all’introduzione di un nuovo paradigma. Così il concetto di sistema si diffonde nel linguaggio comune e in molteplici ambiti disciplinari: si parla, per esempio, di sistemi aperti, viventi, dinamici, cognitivi; di teoria dei sistemi, di teoria generale dei sistemi; di approccio sistemico, di pensiero sistemico e, ancora, negli studi d’impresa, di impresa come sistema, di sistema d’impresa, di sistemi di produzione, di sistemi verticali di marketing, e così via. Nelle fasi iniziali, tuttavia, l’introduzione del concetto e 2 Un processo analogo è rinvenibile anche nella letteratura di economia d’impresa nazionale e internazionale. Nel nostro paese, infatti, dubbi simili circa la validità delle teorie d’impresa erano stati espressi da Fabrizi già nel 1963: “Nonostante tutti i notevoli sforzi e contributi di pensiero manca tuttora una teoria dell’impresa veramente unitaria e accettabile, e tale da poter spiegare il movente essenziale dell’impresa che guida l’imprenditore nella sua azione, nonché la razionalità della condotta degli affari o dei criteri di gestione sui quali si dispiega la coordinazione economica dell’azienda”. Cfr. Fabrizi C. (1963). Tecniche e politiche di vendita. Elementi di marketing. Cedam, Padova, 10. 3 Pensare per sistemi. L’adozione di un approccio sistemico ha comportato semplificazioni solo apparenti e sostanziali complicazioni. Già da un punto di vista terminologico, infatti, l’uso del termine sistema rischia di essere alquanto ambiguo. Al fine di dare evidenzia della portata del concetto e, soprattutto, delle notevoli potenzialità interpretative del pensare per sistemi, si ritiene utile tracciare, sia pur brevemente, il percorso evolutivo del pensiero sistemico illustrandone i concetti fondanti.

Management / Barile, Sergio; Sancetta, Giuseppe. - (2018), pp. 1-529.

Management

Sergio Barile;Giuseppe Sancetta
2018

Abstract

Negli ultimi decenni del secolo scorso e nei primi anni di quello attuale, numerosi modelli, consolidati sia in ambito scientifico sia in ambito operativo, sono stati oggetto di una rivalutazione metodologica di portata diffusa e generalizzata. Principi ritenuti universali, da tempo consolidati anche nel sistema di valori dell’uomo comune, sono stati messi in discussione. Si è giunti progressivamente a dubitare del fondamento di affermazioni in sé apodittiche, e di altre presunte analoghe certezze quali 1: – la realtà è assoluta e oggettiva; – ogni effetto deve avere una causa nota a cui essere ricondotto sulla base di precise leggi; – la soluzione di un problema non può che derivare dalla soluzione dei sottoproblemi che lo compongono; – la conoscenza si qualifica come un processo cumulativo determinato dalla progressiva acquisizione di sempre ulteriori elementi conoscitivi. 1 Consapevoli del fatto che le posizioni riportate sono già da secoli avversate, dibattute e criticate nell’ambito delle scienze sociali, umanistiche e naturali, si intende solo evidenziare che, al di fuori dell’ambito privilegiato degli Studiosi, l’uomo comune (e per uomo comune si intende anche lo scolarizzato a livello di laurea) nell’agire quotidiano, nella grande maggioranza dei casi, è portato ad assumere, per quello che potremmo definire un sentire metabolizzato, la visione della realtà come oggettiva, il principio di causazione, il concetto di conoscenza attraverso l’esperienza, ecc. 2 Management. Il venir meno di tali punti fermi, legato anche a un progressivo cambiamento di prospettiva che si è realizzato in vari ambiti disciplinari – nelle quali è venuta a manifestarsi una crescente consapevolezza della complessità dei fenomeni biologici, fisici e sociali –, ha generato una crescente insoddisfazione rispetto alla valenza esplicativa delle teorie costruite su di un impianto concettuale essenzialmente deterministico 2. Ne è derivata un’inevitabile propensione a immaginare nuovi paradigmi di riferimento in cui il focus d’indagine è incentrato non solo sulle componenti del fenomeno osservato, ma anche sulle relazioni intercorrenti tra esse, così come, nel caso di una organizzazione imprenditoriale, non solo sul complesso di risorse impegnate, ma anche sui comportamenti dei diversi attori e sul contesto nel quale si dispiega la loro azione. In sostanza, il focus si amplia sull’entità osservata nel suo complesso, nella sua unitarietà e, quindi, sulle relazioni e interazioni che dinamicamente e in modo emergente di sviluppano tra gli elementi che la compongono e tra questi ed altre entità esterne, piuttosto che sui legami di causa-effetto che spiegherebbero in modo deterministico quelle relazioni. Hanno così preso forma e consistenza i concetti di sistema e di visione sistemica nell’ambito delle analisi e delle ricerche finalizzate allo studio di organismi e organizzazioni. La diffusione del concetto di sistema nonché, al contempo, la sua trasversalità, hanno contribuito alla realizzazione di considerevoli progressi nell’osservazione e nell’analisi dei fenomeni, fornendo elementi d’indagine utili per lo studio di problematiche scientifiche vecchie e nuove. Studi sistemici nelle scienze naturali, nelle neuro-scienze, nelle scienze sociali, sono la chiara manifestazione della portata dirompente del pensiero sistemico. Si è di fatto giunti, in modo più o meno consapevole, alla formazione di una nuova modalità di rappresentazione non solo della realtà fenomenica, ma anche e soprattutto della metodologia di indagine da utilizzare per la conoscenza di tale realtà e, quindi, all’introduzione di un nuovo paradigma. Così il concetto di sistema si diffonde nel linguaggio comune e in molteplici ambiti disciplinari: si parla, per esempio, di sistemi aperti, viventi, dinamici, cognitivi; di teoria dei sistemi, di teoria generale dei sistemi; di approccio sistemico, di pensiero sistemico e, ancora, negli studi d’impresa, di impresa come sistema, di sistema d’impresa, di sistemi di produzione, di sistemi verticali di marketing, e così via. Nelle fasi iniziali, tuttavia, l’introduzione del concetto e 2 Un processo analogo è rinvenibile anche nella letteratura di economia d’impresa nazionale e internazionale. Nel nostro paese, infatti, dubbi simili circa la validità delle teorie d’impresa erano stati espressi da Fabrizi già nel 1963: “Nonostante tutti i notevoli sforzi e contributi di pensiero manca tuttora una teoria dell’impresa veramente unitaria e accettabile, e tale da poter spiegare il movente essenziale dell’impresa che guida l’imprenditore nella sua azione, nonché la razionalità della condotta degli affari o dei criteri di gestione sui quali si dispiega la coordinazione economica dell’azienda”. Cfr. Fabrizi C. (1963). Tecniche e politiche di vendita. Elementi di marketing. Cedam, Padova, 10. 3 Pensare per sistemi. L’adozione di un approccio sistemico ha comportato semplificazioni solo apparenti e sostanziali complicazioni. Già da un punto di vista terminologico, infatti, l’uso del termine sistema rischia di essere alquanto ambiguo. Al fine di dare evidenzia della portata del concetto e, soprattutto, delle notevoli potenzialità interpretative del pensare per sistemi, si ritiene utile tracciare, sia pur brevemente, il percorso evolutivo del pensiero sistemico illustrandone i concetti fondanti.
2018
9788892117723
Management; approccio sistemico vitale; gestione
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Management / Barile, Sergio; Sancetta, Giuseppe. - (2018), pp. 1-529.
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